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Ricette del borgo antico di Montecalvo Irpino

Questo opuscolo ha lo scopo di tramandare le ricette di piatti antichi, al fine di tenere viva la tradizione di Montecalvo Irpino in Provincia di Avellino, paese adagiato sulle colline dell’Irpinia che si affaccia sulla Valle del fiume Miscano.La pubblicazione, oltre a dare precise indicazioni circa il quantitativo degli ingredienti e le modalità di cottura di ogni piatto, dà preziosi suggerimenti sulla qualità degli stessi ingredienti attraverso l’esperienza di Guido Altieri acquisita negli anni mediante un proprio particolarissimo modo di ricercare il meglio tra i tantissimi prodotti di cucina presenti sul mercato.La sua conoscenza storica rappresenta un momento altamente qualificante per il recupero documentario del patrimonio culturale montecalvese.Da queste considerazioni è nata l’idea del presente opuscolo dalla piacevole lettura, suddiviso in capitoli di facile consultazione.Ci proponiamo di dare testimonianza dei nostro passato in quanto responsabili continuatori, ma anche qualificati e coscienti protagonisti della nostra storia.

 

Liliana Monaco Segretaria Pro Loco Montecalvo Irpino

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San Felice Martire

E’ passata in sordina la festività in onore del glorioso San Felice,patrono del nostro paese. Eppure anche quest’anno ha ripetuto il miracolo della pioggia che copiosa e salutare ha rigenerato le terre, portando frescura e giovamento alle genti. Son passati 17 secoli dal suo martirio e nulla si è fatto o pensato per ricordarlo. Da oltre 3 secoli protegge Montecalvo che,privilegiata, ne conserva i sacri resti mortali. Sembra quasi che il paese abbia perso la voglia di vivere e di credere,sulla scia di uno stupido assioma che collega la festività di un santo alla festa delle luminarie,dei cantanti e dei fuochi di artificio, in un clima di allettanti odori di carne alla brace,che sovrastano i sacri fumi di incenso. Vanno in fumo  tante preziose risorse economiche da destinare,invece, alla cura delle anime e al culto dei Santi e delle  tradizioni.Il lento svuotamento delle Chiese e la scarsa partecipazione alle funzioni religiose ne sono una conseguenza evidente,non solo in questa parte del mondo. Significativa la presenza di solo 7 persone,di cui 4 spagnoli,alla Messa vespertina tenuta nella Basilica di San Lorenzo a Firenze,solo qualche giorno fa,in una città ricca di storia e dove, assurdamente,si paga il biglietto per accedere ad alcune chiese ,dimenticando che sono luoghi di fede e di raccoglimento e che se sono il più alto esempio della bellezza terrena, frutto dell’ingegno umano che diventa arte allorché cerca di accostarsi a Dio. Le opere d’arte sono il frutto migliore di una civiltà e quelle di carattere  religioso la massima espressione.

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Il trappeto

Per rischiarare con una luce sia pure molto fioca le origini del Trappeto di Montecalvo e il tipo di vita che si pensa si sia svolta per secoli nelle sue case grotte, è opportuno associare le sue vicende a quelle delle abitazioni rupestri che erano presenti in quasi tutti i paesi che circondano il Mediterraneo. La scarsità di conoscenza specifica sul Trappeto è da attribuire fondamentalmente alla totale inesistenza di studi antropologici, archeologici e storici svolti in loco.Perciò, includere il Trappeto montecalvese nella tipologia delle case rupestri del Mediterraneo, che sono state e sono oggetto di approfonditi studi, consente intanto di dire, relativamente alle sue origini e alla sua preistoria, che anch'esso sorse probabilmente nel Neolitico (VI Millennio a. C. circa), se non addirittura, come sostengono alcuni studiosi per quel tipo di abitazioni trogloditiche, nel Paleolitico Superiore.

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Chiesa di S.Antonio

Il complesso religioso originario venne edificato fra il 1626 e il 1631. Dopo il terremoto del  1962 fu Interamente abbattuto e attualmente si presenta nella costruzione voluta dal R.P, Giustino Fioriello (inaugurata nel 1970).

Dell’antica chiesa si può ammirare ancora  il settecentesco Crocifisso In legno, il grande Crocifisso di madreperla, il ciquecentesco quadro della Madonna della Purità (esempio dl arte fiamminga), le numerose statue e tele dei santi (tra cui le bellissime statue di S. Antonio da Padova e della Madonna dell’Incoronata), il coro e i confessionali in legno (fine ‘600) e

l’arredamento in legno dl noce Intagliato della sagrestia. In un locale adiacente sono inoltre conservate le migliaia di volumi della famosa biblioteca del Convento (una ricca collezione di ‘cinquecentine’).

Nella nuova chiesa sono stati collocati i pannelli della moderna Via Crucis, opera dello scultore maestro Antonio Zanini della scuola di Manzù. Lo stesso Zanini è l’autore di una stupenda scultura della Madonna di cui si compone l’altare che si trova nella cappella dell’Oasi.

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Monumento ai caduti

Il monumento ai Caduti montecalvesi della prima guerra mondiale. L’opera, inaugurata il 3 ottobre del 1926, fu eseguita da Michele Guerrisi, della reale accademia di Torino autore, altresì, del monumento allo studente sito nell’Università di Napoli. Su una base in pietra bianca a forma di parallelepipedo, alta circa tre metri e circondata da gradini similmente in pietra, svetta il glorioso Fante fuso in bronzo, simbolo della Giovinezza Italica. In basso, il magnifico altorilievo bronzeo raffigurante il Caduto sorretto dalla Vittoria e pianto dalla madre. Ancora più sotto, anch’esso in bronzo, 1’elmo dei bersaglieri e dall'11 maggio 2010 ha lateralmente una colonna in pietra bianca con i nomi dei Caduti.

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