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Quando progettavano gli Architetti

Si riporta la lettera a firma dell’Architetto Eugenio Paroletti  progettista della Cappella Cimiteriale e della Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo.

Il contenuto è per alcuni versi sconcertante ma non stupente,specie per le considerazioni sul paese che sono sempre attualissime e denotano una certa predisposizione genetica all’imbroglio.

L’aspetto positivo è invece che negli anni 30 e dopo il terremoto si comprese che la ricostruzione doveva essere affidata agli Architetti,assicurando una visione estetica ottimale e una continuità prospettica data dall’architettura fascista,ultimo  esempio di architettura moderna di scuola oltreché di razionalità.Una lezione di stile, specie se si vedono le più assurde e contraddittorie visioni delle case ricostruite dopo i terremoti del 1962 e 1980 ,frutto di un urbanesimo selvaggio che ha distrutto tutti gli spazi verdi pubblici e privati,cementificando le piazze e rimuovendo l’alberatura dei viali sottoposti ad una maniacale manutenzione e/o rifacimento ,come se questa fosse la principale aspirazione dei cittadini .

 

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Leone XIII  Il Papa di San Pompilio

      “Grande consolazione riempie oggi l’animo nostro al sentire pubblicato il Decreto sulle virtù eroiche del Ven. Pompilio Maria Pirrotti,consolazione che nasce non solo dalla gloria singolare ond’è coronato un altro figlio della Cattolica Chiesa,ma altresì dalle soavi memorie che da quaranta e più anni Ci legano a questo Ven. Servo di Dio. Imperocché Ci è dolce ricordare che allorquando al Cardinale Bussi,Arcivescovo di Benevento,venne dalla Santa Sede affidato il delicato incarico di compilare i processi per introdurne la causa .Noi,che in quel tempo,reggendo nell’Ufficio di Legato Apostolico quella Provincia,godevamo della benevolenza e fiducia di  quell’egregio Porporato,potemmo sin d’allora conoscere le rare e sublimi virtù del Ven. Pompilio e sin d’allora concepimmo verso di Lui somma venerazione e cominciammo ad invocarlo ogni giorno per assicurarcene il patrocinio. E oggi per un arcano consiglio di Dio collocati su questa Cattedra di verità,siamo chiamati a pronunciare il primo Nostro autorevole giudizio,in siffatto genere di cause,dell’eroiche di Lui virtù. In mezzo alla corruzione del secolo è bello e consolante il vedere di tratto in tratto apparire uomini insigni per santità,che con lo splendore dell’eroiche loro virtù brillano quali fulgide stelle a rendere testimonianza di quella fecondità,che ha in ogni tempo goduto la Chiesa Cattolica,e le ha meritato il glorioso titolo di Madre dei Santi. Il secolo passato,che andò preparando il trionfo della incredulità e dei principi sovversivi di ogni ordine in Europa,vide anch’esso sorgere non poche di queste anime privilegiate ,ed una fra esse fu senza fallo il Ven. Pompilio.

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La Processione di Sant’Antonio

Il 13 Giugno,come è secolare consuetudine,in questo piccolo centro dell’Irpinia,si effettua la Processione in onore di Sant’Antonio da Padova,a cui è dedicato il  seicentesco Convento Francescano ofm.

La processione parte nel primo pomeriggio del 13 e attraversa tutte le strade del paese e dopo innumerevoli soste ad altarini improvvisati,dalle solite famiglie o dal rione,fa ritorno al Convento da cui era partita ,verso sera,dopo alcune ore di stancante peregrinare.

Nella tradizione montecalvese,la statua è preceduta dai bambini vestiti con l’abito della prima comunione,esatta riproduzione di quel che sarà il futuro vestito da matrimonio.

Seguono le donne e le ragazze da marito,in due colonne distinte a far da ali alla statua miracolosa. Dietro la statua si pongono ,in posizione privilegiata ,alcune donne(Penitenti)che senza scarpe o addirittura scalze,seguono la statua recando in testa ricchi cesti di canna,ricolmi di gigli.

Queste donne che intonano canti ripetitivi e ossessivi,anche per sopportare la fatica,il caldo e il dolore dei piedi trafitti dal selciato o bruciati dall’asfalto rovente,sono le donne che in tal modo ripagano il Santo per una grazia ricevuta o per una grazia richiesta.

La salvezza di un familiare,la guarigione da una malattia,la ricerca di un marito,il ritorno di un amore ,insomma tutto ciò che un intervento supremo può realizzare. Le mamme,almeno negli anni passati,portavano in braccio o per mano i loro figli(maschie e femmine),vestiti da monacielli(da fraticelli e col cordone)come dedicazione al santo,pur di vederli salvati dal male corporeo o mentale che li affliggeva.

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Presentazione

Per la prima volta, si è deciso di mettere on line in modo semplice e lineare una guida di Montecalvo Irpino. L'iniziativa presa dall'attuale dirigenza della Pro loco Montecalvo Irpino è rivolta a tutti i frequentatori del web, con particolare interesse rivolto ai forestieri, agli emigranti e a tutti coloro che vogliono essere sempre aggiornati su quello che accade nella loro comunità. La Pro Loco Montecalvo Irpino come associazione di promozione e sviluppo del territorio nasce nel lontano 1973, quando un nutrito gruppo rappresentante la società civile montecalvese decide di creare un ente che abbia come peculiarità fondativa il recupero e la valorizzazione delle tradizioni e della cultura del paese.

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Quarantennale della fondazione della Pro Loco

Estratto dalla pubblicazione per il quarantennale della fondazione della Pro Loco
La mia prima esperienza come presidente della -Pro Loco, dopo anni di partecipazione attiva, ma defilata, va a coronarsi con il felice anniversario del quarantennale della sua fondazione.
Ho riletto lo statuto con rispetto e con un po’ di conmozione, al pensiero dei tanti volenterosi che, con ainegazione e spesso senza alcun riconoscimento, han no fatto grande la pro Loco Montecalvo. Un pensiero • va anche a chi ci ha lasciato e che forse si compiace da lassù di veder riconosciuta e apprezzata la propria voglia di rendere il paese sempre più bello e migliore di come ce lo hanno lasciato, un pizzico di malinconia intriso di grande orgoglio perché chiamato quale ultimo, ma non ultimo presidente a presenziare a questa manifestazione. Le parole hanno valore quando si fondano sulla concretezza e questo opuscolo (*) non vuole essere altro che un sincero riconoscente omaggio a tutti, ma veramente a tutti coloro, ad iniziare dai presidenti e fino all’ultimo socio, o volontario che fosse, che con i propri sacrifici ci hanno consegnato un’associazione che è riuscita a diventare istituzione:la casa dei Montecalvesi operosi dove tutti si sentono protagonisti e dove la diversità è un pregio.

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