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I Murales

Il muro di cinta di Via Padre Marciano Ciccarelli, che si estende per 510 mq, e' interamente affrescato con uno dei murali a soggetto unico piu' grandi d'Italia.
In un affascinante intreccio tra Storia e Mito, sono narrate le vicende della comunita' montecalvese dal suo nascere fino alla seconda meta' del 1600.
Coordinati dal critico d'arte Marisa Russo, hanno dato vita al murale gli artisti Lavinio Sceral, Lello Sansone, Michele Giglio e Renato Criscuolo.

Agganciato al rosso tappeto volante, elemento d'unione dell'intera narrazione murale e' lo "scazzamariello", prima figura mitica rappresentata.
Secondo la tradizione popolare, il dispettoso folletto ha il potere di defecare oro.

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Ruderi Ponte Romano

Rudere del pilone di un ponte, con gli innesti delle arcate che una volta vi si appoggiavano; il ponte è detto anche “del Diavolo”, poiché in una leggenda agiografica, tra le altre cose, si narrava che era stato eretto e distrutto magicamente in una sola notte dal Diavolo. Lontano da ogni opera dell’uomo, alto e scabro, lo spuntone atterriva veramente i viandanti creduloni che non potevano evitare di passarci vicino di notte. 
In realtà il pilone è tutto ciò che resta di un ponte romano che, come quello delle Chianche, nel territorio di Buonalbergo sorgeva lungo la Via Traiana, costruita agli inizi del II sec. d.C. per collegare più celermente Benevento a Brindisi, rispetto alla più antica Via Appia che portava ugualmente a Brindisi, ma passando da Aeclanum. 

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Le bolle della Malvizza

Viene così chiamato un luogo in cui si manifesta un fenomeno di vulcanesimo minore con fango perennemente ribollente.
Nelle immediate vicinanze di questo posto dal nome un po’ sinistro sorgeva un tempio italico molto probabilmente dedicato alla dea Mephites, divinità importante nel pantheon sannita. Era una dea che si ritiene sia stata collegata ritualmente agli Inferi e, di conseguenza, all’alternarsi delle due opposte stagioni della primavera e dell’autunno, come la Proserpina latina e la greca Persèfone, e, cosa rilevante per la Malvizza (che era crocevia di tratturi e importante stazione dell’antico e principale tratturo tra Pescasseroli (Abruzzo) e Candela (Puglie), questa dea era anche invocata nei culti di fertilità degli animali (pecore,essenzialmente) che a milioni di capi transitavano e si fermavano in questo nostro luogo in primavera e in autunno.

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Ruderi Ospedale Santa Caterina

Una tappa interessante della passeggiata nel centro storico del paese è offerta dall'Ospedale di Santa Caterina, di cui sono visibili i ruderi percorrendo via Longara Fossi. Il complesso architettonico, che comprendeva oltre all'ospedale anche un monastero, fu costruito, di ritorno dalla Terra Santa, dai Cavalieri di Montecalvo appartenenti al Sacro Ordine Gerosolimitano. A loro si deve anche l'importazione dall'Oriente del culto di Santa Caterina d'Alessandria. L'ospedale, già attivo nel XIII secolo, ha funzionato con una certa regolarità fino ai primi anni del 1800, come si evince anche dai documenti relativi alle varie visite pastorali degli Arcivescovi metropoliti di Benevento.La storia del complesso è segnata dall'importante figura del Beato Felice da Corsano, al quale fu affidata la cura dell'ospedale e della chiesa nel 1518, grazie all'intervento di Sigismondo Carafa. Nato nel feudo di Corsano nella prima metà del Quattrocento, il Beato Felice fondò a Deliceto, nel foggiano, una chiesa dedicata alla Madonna della Consolazione ed un convento a cui fecero capo poi altri quattordici, situati tra Puglia e Campania.

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Chiesa di San Pompilio

La Cappella di San Pompilio in Montecalvo Irpino (AV) è sorta sulle macerie del Palazzo Pirrotti, semidistrutto dal terremoto del 1930.I lavori iniziati con la posa della prima pietra il 16 luglio 1934, terminarono nel 1940, anno in cui furono ultimati l’altare e il trono realizzati per accogliere la statua del Santo e l’insigne reliquia donata dalla Comunità di Campi Salentina a Montecalvo. Di pianta rettangolare ha un abside semicircolare che accoglie l’altare del santo e sei vetrate artisticamente lavorate.Sulle vetrate sono raffigurati, a destra i tre grandi amori di san Pompilio: l’Eucaristia, il Sacro Cuore, la Madonna e il Rosario; a sinistra i campi del suo apostolato: la scuola e la direzione spirituale, la predicazione, la confessione.Sulla facciata della chiesa campeggiano, oltre agli stemmi araldici del Papa e dell’Arcivescovo regnanti, due lapidi marmoree con il ricordo della beatificazione, avvenuta con Leone XIII il 26 gennaio 1890 e la canonizzazione avvenuta con Pio XI il 19 marzo 1934.La grande statua di San Pompilio realizzata dall’artista A. Pedace, fu commissionata dal pronipote del santo Mons. Pompilio Pirrotti nel 1892. La cappella, è un luogo di fede, simbolo della spiritualità pompiliana per i montecalvesi, così come per i pellegrini che a Montecalvo giungono per implorare le benedizioni dal Santo scolopio. La riapertura, avvenuta il 15 luglio 2007, ha fatto seguito ad un lungo periodo di chiusura per ristrutturazione e rimodernamento, resosi necessario a causa della condizione di degrado dovuta ai danni subiti nel tempo dai terremoti, soprattutto in riferimento alla facciata esterna, ma anche all’impiantistica interna, ormai obsoleta e lontana dalle norme di sicurezza previste in merito. 

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